Trento, 13 luglio 2009
Acque nere riversate nel Lago di Molveno. E non È la prima volta.
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino
Le foto allegate, scattate nel pomeriggio del 12 luglio 2009, documentano in modo inequivocabile che le acque del rio Lambin, riversano nel lago di Molveno liquami di evidente origine fognaria. Nei giorni precedenti, circa verso il 20 giugno, 150 metri a monte del depuratore di Andalo, una ingente quantità di acque nere sono fuoriuscite da un tombino collegato alla conduttura principale delle fognature inondando i prati circostanti. Quando sono intervenuti gli operai comunali la pozza di reflui fognari era di circa 50 metri quadrati con uno spessore di almeno 20 cm. E’ dunque evidente che il riversamento nel lago di Molveno di liquami fognari è un fatto che si verifica con una certa frequenza ed intensità. A quanto mi risulta le persone che abitano o frequentano la zona hanno più volte informato sia il Comune che l’APPA, senza che peraltro si trovi una soluzione al problema. Mi è stato segnalato anche che il fenomeno si acutizza in periodi di alta piovosità, tant’è che spesso il lago di Bior, ove confluisce il rio Lambin, subisce improvvisi peggioramenti del suo aspetto: l’odore si fa pungente e la colorazione vira al marrone con evidenti tracce di materiale in sospensione, la cui natura è facilmente intuibile anche senza ricorrere a sofisticate analisi bio-chimiche.
Inoltre sversamenti provenienti dalle fognature di Andalo potrebbero interessare anche il sottostante Bus de l'Orca, cavità protetta che fa parte di un importante reticolo ipogeo con diramazioni in varie direzioni, come del resto dimostra la vicina Paganella che rappresenta una delle aree carsiche più conosciute e studiate del Trentino.
Alcuni censiti sostengono che questa situazione dura armai da più di vent’anni, un periodo più che sufficiente per mettere mano ad un impianto di depurazione o ad una rete fognaria evidentemente insufficiente a far fronte alle esigenze del luogo.
L’interrogativo, dunque, è se chi vive nella zona (o chi la frequenta per ragioni turistiche o di svago) deve rassegnarsi a questo stato di cose oppure vi sia la speranza che qualcuno intervenga per risolvere questa situazione una volta per tutte e forse anche per accertare se vi sono responsabilità da parte di chi gestisce il sistema fognario e/o deve controllare gli scarichi.
Tanto premesso
si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere se:
1) presa visione della documentazione fotografica allegata non ritenga che la situazione segnalata sia di una certa gravità, anche sotto il profilo igienico-sanitario, oltreché sotto quello altrettanto importante della tutela di acque pubbliche da inquinanti;
2) l’APPA abbia accertato l’origine e la causa degli sversamenti segnalati e, tramite gli uffici preposti alla gestione ed al controllo della rete fognaria, siano state impartite opportune disposizioni atte ad impedire che il fenomeno si ripeta (viene da dubitare, ad esempio, che se il fenomeno si verifica in occasione di piogge abbondanti, in qualche punto della rete le acque bianche di origine meteorica si mescolino alle acque nere: circostanza che non dovrebbe verificarsi);
3) quali misure urgenti si intenda assumere, tenuto conto sia delle problematiche di natura igienico-sanitaria sia del danno economico che questi episodi arrecano all’economia turistica della zona;
4) vi siano relazioni tra l'impianto fognario di Andalo e la cavità del Bus de l'Orca, ovvero se in passato acque reflue della rete di Andalo hanno sversato nella grotta e quali conseguenze sulla qualità delle acque ipogee e degli acquedotti un evento del genere potrebbe provocare.
Cons. Roberto Bombarda
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